Mobility

Responsabile: Giovanni Bruno

The plant growing on the tree bark

Obiettivi: migliorare e incentivare una mobilità sostenibile, locale ed estesa, favorendo l’uso dei mezzi in condivisione (principalmente i mezzi pubblici), limitando al contempo, ove possibile, l’accesso alle Strutture da parte di mezzi di trasporto più impattanti sull’ambiente. Sensibilizzare il personale su valori e comportamenti di mobilità al fine di favorire sia l’innovazione sia il cambiamento comportamentale e organizzativo.

Attività: indagini, soluzioni e interventi volti a incentivare una mobilità sostenibile. Particolare attenzione viene dedicata alla promozione degli interventi a favore della mobilità attiva, a piedi ed in bicicletta, non solo nell’interesse della sostenibilità ma anche nell’ottica della salute e del benessere. Promozione della nomina, se prevista, della figura del Mobility Manager dell’Ente e relativo supporto. Definizione di linee guida, buone pratiche e di sistemi per il monitoraggio dei risultati.

Gli spostamenti non commerciali su strada rappresentano una fonte consistente di CO2eq nell’atmosfera a livello globale (circa il 7% nel 2016, senza contare quella emessa per la produzione di veicoli), nonché di particolato atmosferico dannoso per la salute, specialmente nelle aree maggiormente urbanizzate.

Individuare delle strategie per ridurre l’impatto ambientale della mobilità del personale INAF deve quindi essere parte integrante di un percorso volto a rendere il nostro Ente più sostenibile. Diverse realtà del mondo della ricerca si sono già mobilitate in questo senso: a titolo di esempio, l’ESO ha promosso iniziative volte ad incentivare l’utilizzo di veicoli elettrici (specialmente a Paranal) e in generale di mezzi di trasporto più sostenibili.

In Italia, il Decreto-Legge 19 maggio 2020 n.34 (Decreto Rilancio), convertito in Legge 17 luglio del 2020 n.77, ha istituito la figura del Mobility Manager per rispondere a un’esigenza condivisa dalle grandi organizzazioni sia pubbliche, sia private. Si è previsto di affidare a professionisti/e lo studio delle necessità e abitudini di spostamento del personale verso e dal luogo di lavoro, di modo da delineare soluzioni che riducano l’utilizzo dell’automobile a favore dei mezzi pubblici, della mobilità dolce come la bicicletta ed il car pooling. L’adozione di tale strategia è obbligatoria per sedi con almeno cento unità di personale e, sebbene delle linee guida in merito possano essere elaborate su scala nazionale, è solo a livello delle singole sedi che la loro implementazione può essere affrontata concretamente. Di conseguenza, ciascuna grande sede INAF deve identificare un suo Mobility Manager dedicato.

I piani locali possono essere concordati in un processo di dialogo con le amministrazioni locali, così da ottimizzare l’impatto ambientale, sociale ed economico dell’organizzazione sul tessuto urbano, e renderla parte proattiva nel raggiungimento dell’11° target degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU (“Rendere città e insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”). 

Più in dettaglio, il Decreto Interministeriale n. 179 del 12 maggio 2021, art. 3 comma 5 ha introdotto delle linee guida per una strategia di miglioramento degli spostamenti casa-lavoro, identificando un percorso strutturato in diverse fasi:

  • Valutazione delle abitudini e delle necessità di spostamento del personale, per esempio tramite questionari personalizzati;
  • Mappatura dell’offerta dei trasporti pubblici locali e delle infrastrutture disponibili;
  • Identificazione di strategie volte a disincentivare l’utilizzo dell’automobile e a promuovere la scelta di soluzioni a minore impatto ambientale, possibilmente delineate con il supporto delle istituzioni locali;
  • Comunicazione del piano al personale, per massimizzarne la partecipazione; 
  • Monitoraggio del rendimento delle soluzioni implementate, in vista di un continuo aggiornamento, e con il coinvolgimento del personale. 

All’interno di questo delicato piano, non è da escludere l’allocazione di fondi ordinari volti, per esempio, alla predisposizione di servizi di navetta e car pooling riservati al personale dell’Ente, o all’installazione di punti di ricarica per veicoli elettrici il cui uso consenta la compensazione delle risorse inizialmente investite.

La figura del Mobility Manager è già presente in diverse realtà, e si è creato ormai un bagaglio di esperienze che possono essere condivise con INAF. In particolare, la formazione di base di un Mobility Manager può essere acquisita con corsi della durata inferiore alle dieci ore. Pacchetti di formazione sono già disponibili online: per esempio, abbiamo individuato quello di U-MOB, una rete universitaria creata grazie ai fondi della Commissione Europea per il programma LIFE. U-MOB si pone come obiettivo lo scambio di informazioni e best practices legate alla mobilità sostenibile nel contesto delle università europee, e nella fattispecie propone dei corsi in diverse lingue, incluse italiano e inglese. Un’altra possibilità collaudata dai nostri contatti è quella offerta da AITMM.

I voli con passeggeri costituiscono un ulteriore 1.5% delle emissioni di CO2eq a livello globale (dati del 2016). Ricercatori e tecnologi devono ricorrere spesso all’aereo per collaborazioni, conferenze, seminari e colloqui di lavoro. Nello specifico, la quantità annuale media di CO2eq generata dai voli di un astronomo medio è paragonabile a quella prodotta per il calcolo e per le operazioni degli osservatori, e aumenta man mano che l’astronomo avanza di carriera (Stevens et al. 2020).

Appare quindi evidente come sia necessario adottare strategie per limitare gli spostamenti del personale o, quando necessari, renderli più sostenibili. Procedendo sulla strada spianata, suo malgrado, dall’epidemia di COVID-19, la prima iniziativa è quella di continuare ed anzi promuovere l’organizzazione di meeting virtuali o quanto meno in formato ibrido. Questa pratica si è rivelata di successo anche per le ultime edizioni di grandi conferenze come per esempio la Cool Stars. Per raggiungere questo obiettivo è necessario studiare l’adozione di hardware audiovisivo professionale per meeting in remoto, ed eventualmente sottoscrivere abbonamenti a piattaforme che possano migliorare l’esperienza di un meeting virtuale. 

Una ragione importante per cui il personale dell’Ente vola è la partecipazione a colloqui di lavoro: per questo motivo, sottolineiamo l’importanza del ridurre gli spostamenti fisici in sede concorsuale ad un minimo, e del privilegiare esami in remoto. Ciò modererebbe anche l’onere economico di viaggi ripetuti per i candidati (almeno due andate e ritorni per un concorso con prova scritta e colloquio).

In ultimo, per limitare i voli dei dipendenti sono da considerare incentivi per gli spostamenti con mezzi di trasporto più sostenibili, quando la durata del viaggio aumenti in maniera accettabile. Come scegliere in maniera ottimale la sede per una conferenza, o come promuovere gli spostamenti con mezzi più sostenibili, sono argomenti al momento oggetto di dibattito in seno a diverse collaborazioni scientifiche, anche in senso trasversale (una fra tutte, quella di Astronomers for Planet Earth). Sebbene identificare soluzioni a questi temi sia estremamente delicato, ci proponiamo di mantenerci aggiornati sulle ultime sperimentazioni, di modo da studiare eventuali linee guida per il prossimo futuro.

Ultimo aggiornamento

22 Settembre 2023, 14:09